Nuovi gravi problemi per le aziende che operano nei trasporti. Intervista a Stefano Vergani
08 luglio 2020
Dalle frodi e gli incidenti mortali su strada allo stop nella logistica che conta
Solo pochi giorni fa, in riferimento alla grave situazione del settore con lo scandalo nel lodigiano che ha scoperchiato malefatte che ancora oggi sono oggetto di indagini, denunce e, prossimamente, di una serie di condanne agli operatori coinvolti, si erano scatenati responsabili e i vertici di alcune associazioni compassate e poco inclini al bene dei loro associati su come affrontare il futuro.
Dopo alcuni giorni e la situazione Covid che sembrava ormai alle spalle, la BRT del centro logistico emiliano diventa un focolaio grave e imprevisto sia per le conseguenze immediate e dirette sia per le possibili conseguenze indirette da tenere sotto traccia nei prossimi mesi per la virulenza ed allargamento che potrebbe avere.
“Ci sono 47 dipendenti positivi al tampone per rilevare il Covid 19. Di questi, ci sono soggetti legati a Bartolini, per contatti familiari o di conoscenza, in totale: 64 persone positive, due ricoverate in ospedale e 130 contatti stretti dei dipendenti distanziati con l’isolamento domiciliare. A casa, in totale, ci sono 192 persone”, ha spiegato Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Azienda Usl di Bologna, che ha fatto il punto sul focolaio scoppiato nella sede in zona Roveri dell’azienda d trasporti.
Questa è la conferma che il virus non se ne è andato ma ha una propagazione ancora molto forte con l’aggravante che gli effetti si manifestano anche su pazienti senza pregresse patologie e anche con una forma lieve della malattia.
Abbiamo chiesto un parere a Stefano Vergani, consulente esperto di sicurezza, schemi di gestione e strategie di impresa “Il settore si sta avvicinando al famoso nodo al pettine e anche il settore trasporti sarà sempre più soggetto a veloci cambiamenti, quelli che non ha voluto o saputo affrontare nei 30 anni precedenti. Sia il tema della sicurezza dei traposti che la sicurezza anti Covid e patologie future, dipende dalla mentalità del singolo imprenditore, indipendentemente dalla sagacia prospettica delle associazioni di categoria. Situazione spesso in mano a persone poco risolute e ormai inadatte al ruolo. Come in ogni mercato l’imprenditore capace sarà quello che otterrà vantaggi e benefici dalle proprie scelte, anche apparentemente rischiose e al di là delle strategie legate agli obblighi di legge”.
“Sarà lo stesso mercato che premierà i più virtuosi ricacciando i meno capaci nelle retrovie chi non sa affrontare adeguatamente il proprio futuro – continua Vergani- E’ evidente come i due casi recenti siano lo specchio veritiero di una settore che è andato a sbattere violentemente contro il muro dell’ottusità. Ci sono imprenditori e associazioni che non sono più in grado di prevedere le mosse da attuare… e spesso si concedono solo la introduzione di qualche nuova tecnologia, soventemente non bene utilizzata per le opzioni che comportano“.